Il decreto ingiuntivo, o ingiunzione di pagamento è uno strumento messo a disposizione del creditore per recuperare il proprio credito in sofferenza. Ma cosa succederebbe se il debitore, dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo, volesse presentare una richiesta di saldo e stralcio al creditore, per risanare il proprio debito?
Se anche tu ti trovi in una situazione analoga, continua a leggere l’articolo: ti spiegheremo passo per passo le possibilità per risolvere il tuo debito anche dopo aver ricevuto un’ ingiunzione di pagamento, e come fare nel caso volessi proporre alla tua banca un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo.
Indice
Cos’è un decreto ingiuntivo?
Saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo: l’Ingiunzione di pagamento, è uno strumento piuttosto rapido ed efficace di cui dispone il creditore per recuperare il pagamento di un determinato credito in sofferenza. Garantisce a chi ne ricorre un titolo esecutivo, ovvero quel documento che consente di promuovere l’ esecuzione forzata nei confronti del debitore insolvente, per aggredire i suoi beni. Si tratta quindi di un vero e proprio atto giudiziario attraverso il quale il giudice, su richiesta del creditore, ingiunge al debitore il pagamento della somma di denaro dovuta.
Disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del codice di procedura civile, rientra nei procedimenti con prevalente funzione esecutiva, ovvero quei procedimenti che permettono di conseguire un titolo esecutivo attraverso un iter molto più veloce e snello rispetto ai procedimenti ordinari, e conseguentemente ottenere l’espropriazione forzata dei beni del debitore.
Il decreto è infatti emesso senza contraddittorio, dunque senza che venga ascoltata la controparte, e senza un accertamento approfondito del diritto che viene fatto valere: trattasi in questa circostanza di “cognizione sommaria”, proprio perché superficiale. Qualora, invece, il debitore si opponga al decreto ingiuntivo, il procedimento diventa a cognizione piena: con tutte le garanzie del contraddittorio e dell’istruzione probatoria, e con anche aggravio di tempi e costi.
Come funziona il saldo e stralcio?
I debiti con le banche o finanziarie possono rappresentare un grande problema per diversi soggetti, ma esiste una soluzione che può aiutare privati e imprenditori in difficoltà: la procedura a saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo.
Il Saldo e Stralcio è un vero e proprio accordo tra creditore e debitore, attraverso il quale viene saldata una parte del debito e contestualmente “stralciata” la parte restante. Si tratta di una possibilità per risanare la situazione debitoria di un soggetto insolvente, attraverso un vero e proprio patto di transazione che preveda la cancellazione totale del debito in sofferenza da parte dell’ ente creditore, a fronte di un pagamento in misura relativamente ridotta.
Con questo tipo di accordo, è possibile proporre al creditore il pagamento di una piccola parte del debito, a tacitazione delle sue pretese. L’accordo transattivo a saldo e stralcio può essere molto apprezzato sia ovviamente dal debitore, che anche dal creditore, per due ragioni:
- Il debitore ha la possibilità di vedersi cancellato quel determinato debito, offrendo una somma in relazione ad esso nettamente inferiore, e dunque affrontando un pagamento nella sola misura in cui effettivamente si può permettere.
- All’ ente creditore si offre la prospettiva di ottenere il pagamento di almeno una parte del debito insoluto, alternativa spesso molto apprezzata nel momento in cui si trova nella condizione di perdere ogni speranza di recuperare quanto prestato a quei soggetti che finiscono in una situazione di forte sofferenza finanziaria.
Infatti, non sono affatto rari i casi in cui un debitore insolvente decida di intraprendere questo tipo di percorso per far fronte alla propria difficoltà finanziaria. Altrettanto spesso capita che le banche, a fronte del mancato pagamento da parte di un proprio cliente, si rassegnino a considerare il debito ormai irrimediabilmente insoluto. Per questo motivo un’offerta saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo può essere accolta positivamente dai creditori, che a questo punto ottengono la certezza di poter ricavare almeno una minima parte rispetto a quanto dovuto.
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AVVISO IMPORTANTE: Piano Debiti si adegua alle indicazioni di Banca d’Italia sulle conseguenze della stipulazione di accordi “a saldo e stralcio” del 19 Giugno 2020. Le riduzioni indicate sono esemplificative di risultati realmente ottenuti ma non assicurati al cliente. Per ulteriori informazioni sul saldo e stralcio vedi Art. 17 in Termini e Condizioni.
Quali sono le possibilità per risolvere il proprio debito, dopo il decreto ingiuntivo?
Il decreto ingiuntivo è tecnicamente l’ultima opportunità del debitore di saldare il debito prima che sia autorizzato il precetto esecutivo, e quindi la conseguente espropriazione forzata dei beni del debitore. Dal momento della ricezione del decreto, il debitore ha un tempo massimo stabilito di 40 giorni per effettuare il pagamento. Diversamente, il tribunale potrà autorizzare l’esecuzione forzata e pignorare i suoi beni. Fatte queste premesse occorre domandarsi come bisogna pagare l’ingiunzione di pagamento: risulta possibile chiedere una rateizzazione della somma dovuta, occorre saldarla subito in un’unica soluzione o si può proporre un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo?
Considerando che i creditori ricorrono al decreto ingiuntivo proprio per cercare di ottenere velocemente e con contenuti esborsi legali tutto il dovuto, risulta chiaro che solitamente tendono a prediligere un saldo immediato in un’unica soluzione. Esistono però diverse possibilità per risolvere il proprio debito a seguito di un’ ingiunzione di pagamento, tra cui ovviamente il saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo: vediamo quali sono.
1- La rateizzazione del decreto ingiuntivo attraverso l’atto di transizione: il debitore dovrà sottoscrivere un accordo in cui obbliga a versare una parte della somma dovuta entro e non oltre le scadenze prefissate dal tribunale. Nell’ipotesi che la richiesta di rateizzazione venga accettata, il debitore, impegnandosi a liquidare una parte della cifra dovuta, ottiene in cambio il blocco del decreto ingiuntivo e conseguente procedura di espropriazione forzata.
2- Nel caso in cui, invece, a seguito del decreto ingiuntivo sia già stata avviata una procedura di esecuzione forzata, una possibilità è la conversione di pignoramento. Si tratta di un’alternativa che prevede il pagamento della somma dovuta in soluzioni rateizzate, ma con una cauzione iniziale indispensabile per poter procedere alla richiesta.
In questo modo il debitore può sostituire i beni già pignorati o eventualmente in corso di pignoramento, con un corrispettivo in denaro che vada a coprire una parte del debito insoluto, includendo altresì anche eventuali spese legali e di esecuzione. La conversione del pignoramento prevede la liquidazione immediata di 1/6 del debito complessivo come una sorta di cauzione, e successivamente la rateizzazione della somma restante per un periodo massimo di 48 mesi.
3- Un’ulteriore eventualità è quella di bloccare un decreto ingiuntivo sul nascere: azzerare la scadenza di quaranta giorni dalla notifica dell’ ingiunzione di pagamento, al termine dei quali è previsto il pignoramento, avviando l’opposizione al decreto ingiuntivo. Verrà notificata al creditore l’istanza di opposizione, impedendo che il decreto si concretizzi in esecutivo, almeno fino alla data dell’udienza fissata per discutere la richiesta di opposizione.
Il debitore si trova tuttavia ad affrontare un rischio importante in fase di udienza, ovvero che il giudice ricorra alla provvisoria esecuzione, ovvero la richiesta immediata di pagamento della somma in questione, che sarà trattenuta fino al termine dell’istanza di opposizione. Una volta concluso il processo le possibilità sono due: il debitore vince e la somma gli viene interamente rimborsata; il debitore si rifiuta di pagare autorizzando il creditore a procedere immediatamente con l’esecuzione forzata e quindi il pignoramento dei beni. Nel caso in cui, invece, il giudice non si avvalga della provvisoria esecuzione, le parti coinvolte potranno godere di tutto il tempo necessario per trovare un accordo, fino al momento dell’udienza definitiva.
4- In alternativa, si può anche tentare di proporre alla banca un accordo saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo, considerando ovviamente che il creditore non è in alcun modo tenuto ad accettare la proposta. Analizziamo più nel dettaglio la possibilità di ottenere la riduzione del debito attraverso un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo.
È possibile ottenere un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo?
Vediamo ora cosa avviene se il debitore decide di proporre al creditore un accordo saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo. In questo caso, il debitore deve valutare attentamente che importo offrire al creditore, in base alla cifra liquida effettivamente disponibile per formulare l’offerta.
La richiesta, costruita secondo una serie di precisi passaggi, verrà inviata in forma scritta tramite PEC certificata. Il contenuto della proposta e nello specifico la percentuale da offrire alla banca, può variare in base alla specifica situazione del debitore. Le variabili principali da tener presenti nella valutazione dell’ offerta per un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo, sono fondamentalmente due: la difficoltà economica del debitore (disoccupato, diversi debiti, senza proprietà), e il tempo passato dalla scadenza del debito contratto.
Quindi in linea generale più il debito è “datato” e più il debitore è in difficoltà, più alto sarà l’ importo che si potrà stralciare. All’ atto pratico, la procedura per avviare una proposta di saldo e stralcio prevede i seguenti passaggi:
- Analisi approfondita della posizione economica e debitoria del soggetto.
- Definizione di un’offerta da proporre al creditore sulla base della situazione lavorativa e patrimoniale, del valore del debito, e della disponibilità liquida per formulare l’offerta.
- Accordo con la banca (è fondamentale che questo preveda tutte le tutele necessarie per il debitore, tra cui l’ espressa rinuncia al debito e a qualsiasi diritto sulla rimanenza da parte del creditore).
- Pagamento di quanto prevede l’accordo di saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo e quindi contestuale cancellazione di altri gravami (come appunto il pignoramento).
A fine percorso di saldo e stralcio il debitore verserà una quota pattuita e con il pagamento di questa verrà cancellato interamente il suo debito. È possibile formulare una proposta di saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo in maniera autonoma, ma vista la complessità dell’argomento di norma è preferibile affidarsi a consulenti esperti in materia, per diminuire il rischio di rifiuto da parte del creditore.
Saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo: la notifica dell’atto di precetto
Partendo dal presupposto che le probabilità che un creditore accetti un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo non siano affatto scarse, come ci si comporta nel caso in cui al debitore sia notificato anche un atto di precetto? Il precetto non è altro che la comunicazione che il creditore intende effettivamente procedere con l’espropriazione forzata (pignoramento di beni mobili, immobili o presso terzi).
Anche alla notifica dell’atto di precetto, non è tutto perduto. Si può ancora tentare di trovare un accordo con il creditore per evitare il pignoramento delle proprietà del debitore: la soluzione più plausibile rimane proprio quella di proporre al creditore un accordo saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo e precetto. Il debitore si può quindi opporre al precetto offrendo la sua disponibilità a sanare il debito, ma attraverso la proposta di una somma inferiore rispetto alla cifra totale.
Come anticipato sopra, oltre al saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo, anche la conversione del pignoramento può essere un’ alternativa laddove sia già stato notificato anche l’atto di precetto. Mettendo a confronto l’ eventualità di un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo e precetto rispetto ad una conversione di pignoramento, risulta evidente che nel caso di una limitata disponibilità liquida da offrire, si preferisce ricorrere alla seconda possibilità, in cui a essere versato nell’ immediato sarà solo un sesto della somma, mentre il rimanente potrà essere saldato in più soluzioni rateizzate.
Saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo: quanto offrire?
Va premesso che non sono rari i casi in cui le banche, a fronte del mancato pagamento da parte di un proprio cliente, si rassegnano a considerare il debito ormai irrimediabilmente in sofferenza. Spesso, questa situazione porta i creditori a procedere con la cessione del credito deteriorato ad altre banche più strutturate, per ricavare almeno una minima parte di quanto avrebbero dovuto ricevere.. Allo stesso modo, la banca può dimostrarsi seriamente interessata a trovare un accordo saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo direttamente con il proprio cliente in difficoltà, per recuperare almeno una parte del credito.
Ma a quanto ammonta lo “stralcio” che effettivamente si può ottenere grazie al saldo e stralcio decreto ingiuntivo? Purtroppo, su internet spesso la disinformazione che circola sull’argomento è davvero dilagante e moltissimi operatori (di cui molti in cattiva fede) promettono di far risparmiare con il pagamento saldo e stralcio cifre altissime, fino anche a oltre il 90% del debito. In realtà, stralci così elevati sono molto rari e limitati a casi limite come debitori disoccupati e senza proprietà, che hanno posizioni debitorie piuttosto vecchie. Una comunicazione trasparente e onesta deve indicare al debitore che l’ entità del risparmio può variare tra il 20% e l’80%, a seconda dei casi.
Come concetto generale, più lunga è l’attesa da parte del creditore, minore è la sua propensione ad accettare una proposta bassa. In virtù di questo va sottolineato che anche le tempistiche legali necessarie all’ espropriazione forzata dei beni sono decisamente lunghe e non c’è nemmeno la certezza che si riesca ad ottenere una somma pari al debito originario.
Vediamo ora i criteri per valutare la somma da offrire in un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo, distinguendo le caratteristiche del debito originario. In primo luogo occorre riflettere sul fatto che si tratti di una cifra non considerevole, oppure di una cifra considerevole con situazione di sovraindebitamento. In secondo luogo si distinguono:
- Cifre non comprensive di ipoteca ;
- Cifre comprensive di ipoteca.
Gli “stralci” più alti si ottengono normalmente nell’ipotesi di cifre non comprensive di ipoteca: nella nostra esperienza, si può trovare un accordo per un saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo offrendo anche solo il 30 % del debito totale. Nel caso in cui, invece, sia presente un’ipoteca, i creditori tendono a non accettare proposte saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo con un’offerta al di sotto del 50% della somma originale.
Occorre sottolineare che le cifre in questione rappresentano soluzioni ipotetiche sulla base della nostra esperienza. Proprio per questo motivo, è consigliato affidarsi al contributo di un consulente esperto in saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo, che sappia indirizzare il cliente verso la soluzione migliore. Ricevere un’ ingiunzione di pagamento o vedersi notificato un atto di precetto può indurre a pensare che non ci siano vie d’uscita. Le possibilità, invece, sono molteplici e complesse: rivolgendoti a Piano Debiti, non solo sarai seguito da esperti della materia, ma da persone che hanno l’obiettivo di aiutarti e affiancarti, e che hanno fatto di questa materia il loro lavoro di ogni giorno.
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Il saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo e la procedura di sovraindebitamento sono due soluzioni definitive ed efficaci per risolvere le posizioni debitorie. Si differenziano tra loro sotto diversi aspetti e in base alla situazione del debitore, vale la pena preferire l’una o l’altra procedura.
In generale è preferibile procedere con il saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo se il creditore è uno solo e il debito totale non è eccessivamente alto. Contestualmente, il debitore deve disporre di una somma liquida ragionevole per fare una proposta di saldo e stralcio decreto ingiuntivo.
Diversamente, è preferibile una procedura di sovraindebitamento nei casi in cui il debitore ha più debiti e più creditori, e non ha somme da subito disponibili per una proposta di saldo e stralcio dopo decreto ingiuntivo.
Per quanto concerne le procedure di sovraindebitamento, è bene precisare che ne esistono di diversi tipi a seconda della problematica e alla tipologia di debitore: il consumatore (capiente o incapiente), e la piccola impresa (con o senza prospettiva di continuazione dell’attività).
Sarà dunque necessario valutare attentamente la posizione debitoria per scegliere la soluzione maggiormente appropriata, se un saldo stralcio dopo decreto ingiuntivo o una procedura di sovraindebitamento, scelta che solo un esperto in materia può essere in grado di fare.
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