Oggi parliamo di un altro caso di Sovraindebitamento Roma portato a termine con esito positivo; è stato accolto il provvedimento reclamato da un creditore che si riteneva insoddisfatto dalla ripartizione proposta.
Un operatore sanitario della Capitale ha ottenuto la composizione della crisi debitoria che lo attanagliava per quasi 100 mila euro maturati verso 14 creditori diversi: una platea che comprendeva banche, finanziarie e società di servizi ai quali l’uomo si era di volta in volta rivolto, senza poi riuscire a rimborsare i finanziamenti ricevuti.
La sua esposizione è stata abbattuta di due terzi grazie all’intervento di Piano Debiti: ora pagherà il residuo accantonando una somma di 550 euro tratta dal suo stipendio mensile, per 5 anni.
Il debitore
Il caso in esame vede protagonista una persona di mezza età, dipendente pubblico, con gravi problemi di sovraindebitamento. Lavoratore a tempo indeterminato presso un’azienda ospedaliera da 15 anni e percepisce uno stipendio di 1.900 euro mensili.
L’uomo nel corso del tempo ha realizzato quella che credeva essere una “normale” attività di consumo: forte del suo stipendio fisso – non elevato ma comunque ragguardevole – comprava beni di vario genere con leggerezza e per pagare gli acquisti ha iniziato a ricorrere ai prestiti bancari.
Ma le rate di rimborso aumentavano e lo stipendio, invece, restava costante. Per arginare la situazione ha fatto ricorso alla comoda e per lui facilmente disponibile cessione del quinto, ma presto non è più bastata neanche quella a fronteggiare un’esposizione debitoria multipla e sempre più pesante.
Così ha chiesto aiuto al padre – l’uomo tuttora vive con i propri genitori – il quale però a un certo punto non si è più trovato nelle condizioni di poter soccorrere economicamente il figlio.
L’uomo infine è rimasto solo, con il suo unico stipendio, di fronte ai crescenti debiti e con i numerosi creditori alle porte: non ha altri redditi o disponibilità patrimoniali.
Il ricorso
Rivoltosi a Piano Debiti, l’assistente ospedaliero ha esposto la sua situazione e i professionisti della Società hanno individuato la miglior strada per risolvere i problemi.
Nel suo caso si è deciso di ricorrere all’accordo di composizione della crisi, uno strumento tra i più vantaggiosi previsto dalla Legge sul sovraindebitamento e che è risultato particolarmente adatto alle sue esigenze.
Gli esperti di Piano Debiti hanno predisposto un accordo di ristrutturazione dei debiti che alla data di deposito del ricorso erano lievitati alla cifra di 93 mila euro, cui dovevano aggiungersi gli interessi giunti a maturazione e le spese della procedura.
La soluzione individuata è stata quella di mettere a disposizione dei creditori la somma di 800 euro mensili per i primi 12 mesi dall’omologa del piano e di 550 euro mensili per i successivi 60 mesi.
In questo modo l’ammontare del debito da rimborsare è sceso di più della metà rispetto all’importo originario: un risultato di spicco per un lavoratore a tempo indeterminato con uno stipendio fisso non certo modesto ed anzi superiore alla media statistica di settore.
Il debitore ottiene anche il vantaggio della sostenibilità: le condizioni di pagamento gli lasciano infatti un reddito residuale che permette la soddisfazione delle normali esigenze di vita, senza alcun rischio di cadere nella soglia di povertà.
L’Organismo di composizione della crisi ha riscontrato la fattibilità e la convenienza della proposta ed ha rilasciato una relazione pienamente favorevole all’accoglimento del piano di accordo con i creditori; nell’occasione, ha voluto anche esprimere una particolare “nota di merito” per la tempistica dei pagamenti proposti, che dimostra la buona fede del debitore.
La vicenda giudiziaria
Nonostante tutte le premesse favorevoli, c’è stato un intoppo, comunque prontamente superato: il reclamo proposto da un creditore avverso l’iniziale decreto di omologa del giudice, che ha richiesto l’intervento della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma.
Oggetto del contendere era l’assoggettabilità del finanziamento della cessione del quinto dello stipendio alla procedura di sovraindebitamento.
Il giudice ha però rilevato che anche questa fattispecie rientra tra quelle ammesse al beneficio, poiché il debitore non è fallibile in quanto persona fisica che non svolge attività imprenditoriale.
Inoltre – si legge nel provvedimento – il debitore “ha fornito idonea documentazione che consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale”.
Ciò dimostra che lealtà, chiarezza e completezza premiano il debitore che accede correttamente alle procedure previste dalla Legge sul sovraindebitamento ed è ben assistito da esperti con elevata professionalità in grado di evidenziare le caratteristiche che vanno a suo favore.
Ma soprattutto, il giudice ha superato le eccezioni di controparte rilevando che anche il credito della cessione del quinto ha natura chirografaria, e nella pregevole motivazione ha spiegato perché esso non è assistito da privilegio e perciò può essere falcidiato in concorso con gli altri.
Ed ancora, il Decreto ha dato atto che il debitore aveva correttamente adempiuto a tutte le formalità previste dalla Legge sul sovraindebitamento, compresa la ripartizione analitica dei creditori con l’elenco delle somme a ciascuno dovute e le necessarie comunicazioni operate nei loro confronti: perciò la proposta realizzata con l’assistenza di Piano Debiti è stata omologata.
Grazie a queste favorevoli condizioni di rimborso, l’operatore sanitario ha così ottenuto una consistente riduzione del debito originario, che è stato più che dimezzato, e potrà restituire il residuo dei prestiti senza particolari sforzi o sacrifici.
Per approfondimenti in tema di Sovraindebitamento leggi il nostro articolo: Sovraindebitamento: la guida per il debitore aggiornata.
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