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Reggio Emilia: nuova pratica andata a buon fine

In un quadro complessivo dove poche procedure giungono a buon fine, il modello di assistenza del debitore sviluppato da Piano Debiti conferma la sua validità. Sono sempre di più i casi di pratiche di sovraindebitamento andate a buon fine seguite dalla nostra società.

Una famiglia residente in provincia di Reggio Emilia,  a seguito della chiusura della propria attività imprenditoriale, si è trovata con seri problemi di indebitamento. Per anni il debitore ha gestito con successo una piccola ditta edile. Prima la crisi ha messo in difficoltà l’azienda, successivamente un infortunio sul lavoro ha portato alla definitiva chiusura. Chiusura che però ha lasciato l’imprenditore con importanti debiti verso banche e fisco.

La presenza di un mutuo non pagato sulla prima casa, che sarebbe andata all’asta a breve, e l’ammontare complessivo dei debiti, vicino ai quattrocentomila euro, porta alla decisione di liquidare il patrimonio per potersi liberare dei debiti contratti.

Il fatto

Il caso riguarda un percorso di sovraindebitamento molto comune nel mondo della piccola impresa. Una famiglia (marito artigiano, moglie casalinga e figli minorenni) per tanti anni ha potuto vivere dignitosamente grazie all’attività dell’impresa. Ha contratto debiti “normali”: un mutuo per la casa e alcuni prestiti per auto e consumi. La fortissima crisi che dal 2010 ha colpito l’edilizia, mette in difficoltà economica l’impresa. Il fatturato cala drasticamente: difficile sostenere tutti i costi e riuscire a mantenere la propria famiglia. Purtroppo poi un incidente sul lavoro mette in ulteriore difficoltà l’imprenditore che nel periodo di convalescenza non potrà più lavorare.

A seguito di tutto ciò l’azienda viene chiusa e il capofamiglia trova lavoro come dipendente con un reddito fisso. I debiti accumulati sono insostenibili nella nuova situazione economica. La definitiva crisi di sovraindebitamento porterà all’esecuzione della casa di proprietà.

A questo punto il cliente si rivolge a Piano Debiti. Dopo attente valutazioni viene deciso di presentare una domanda di liquidazione del patrimonio. Di fronte a una casa di fatto già persa (l’asta partirà a breve), la procedura di liquidazione darà l’opportunità al debitore di perdere insieme al patrimonio anche tutti i debiti cumulati. Ritroverà la serenità finanziaria e potrà usufruire di un completo reinserimento nel circuito economico (o come viene chiamato nel mondo anglossassone “fresh start”).

Spesso la minaccia di perdere la casa con la vendita all’asta è il motivo per cui le persone si rivolgono alla nostra struttura.

Purtroppo non sempre è possibile salvare l’immobile accedendo alla Legge 3 2012. Questo era uno di quei casi. Abbiamo fatto comprendere al cliente che la Legge 3 2012 da l’opportunità di ritornare a vivere serenamente senza il peso dei vecchi debiti. Un domani potrebbe anche riacquistare un nuovo immobile.

Il piano approvato

Grazie alla vendita di una casa stimata poco più di centomila euro, la procedura di liquidazione assorbirà tutto il debito del cliente, pari a quasi quattro volte il valore dell’immobile, permettendo dopo i quattro anni previsti, la sua esdebitazione.

Il debitore oltre all’immobile (che potrà continuare ad abitare fino alla vendita), devolverà alla procedura la somma di 100 euro mensili. Grazie a questo la restante quota dello stipendio diventerà impignorabile. La famiglia potrà continuare a vivere dignitosamente in attesa che, superati i quattro anni previsti dalla Legge 3 2012, possa essere presentata la domanda di esdebitazione.

La quota mensile è stata calcolata in modo che rimanesse reddito a sufficienza per un’esistenza decorosa, bilanciando l’esigenza di poter dare almeno una parziale soddisfazione ai creditori. È stato inoltre necessario produrre una valutazione affidabile dell’immobile. Un passaggio fondamentale per permettere all’Organismo di valutare la reale fattibilità della liquidazione. Accurato ed approfondito è stato anche il lavoro dell’Organismo nominato. Egli ha confermato la ricostruzione economico patrimoniale prodotta da Piano Debiti. Inoltre ha verificato ed attestato il comportamento diligente ed incolpevole dei nostri clienti, ponendo basi solide per il successo della futura domanda di esdebitazione.

La domanda di liquidazione, corredata a questo punto di tutti i documenti necessari, è stata depositata presso il Tribunale di Reggio Emilia. Il Giudice delegato ha aperto la procedura e nominato il liquidatore, confermando le richieste promosse dai debitori.

Aspetti tecnici

Da notare come la liquidazione sia stata aperta con un’unica procedura per entrambi i coniugi. Tale impostazione, rispetto all’interpretazione di altri tribunali che richiedono procedure separate, a nostro avviso ha senso logico e funzionale. Infatti, da un lato vengono notevolmente ridotte le spese di procedura e gli oneri collegati. Dall’altro la gestione della liquidazione di beni in comproprietà è notevolmente agevolata da un approccio unitario, che permette al liquidatore una migliore possibilità di realizzo a vantaggio dei creditori.

Link esterni
https://www.tribunale.reggioemilia.giustizia.it/

Se vuoi approfondire la tematica della Liquidazione del patrimonio di invitiamo a leggere in nostro articolo dedicato: Liquidazione del patrimonio: cos’è e come accedere.

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