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Pignoramento trattamento di fine rapporto: scopri i limiti

Hai ricevuto la notifica di un atto di pignoramento trattamento fine rapporto e temi che le somme accantonate a titolo di tfr finiranno tutte in mano al tuo creditore?

Non temere, in questa breve guida troverai tutte le informazioni che ti servono per difenderti dai creditori. Scoprirai che ci sono nel pignoramento tfr limiti ben precisi che non possono essere superati per legge.

Infatti, il Codice di procedura civile dispone espressamente che il pignoramento tfr incontra limiti simili a quelli previsti per le altre voci elargite al lavoratore a titolo di retribuzione.

In linea generale, analogamente a quanto avviene per lo stipendio, è possibile procedere a pignoramento del tfr nel limite di un quinto del suo importo.

Analizziamo, comunque, i singoli casi possibili, in cui tale limite può anche variare.

Pignoramento tfr accantonato limiti e procedure

Per eseguire il pignoramento del trattamento di fine rapporto il creditore deve seguire una speciale procedura, il pignoramento presso terzi.

Questa procedura si avvia quando le somme che spettano di diritto al debitore non sono nella sua immediata disponibilità ma sono in possesso di un terzo, che può essere il datore di lavoro o la banca presso cui è acceso il conto su cui viene accreditata la retribuzione.

È bene ricordare che quando parliamo di trattamento di fine rapporto ci riferiamo alle quote di tfr già maturate, mentre quelle future non sono pignorabili.

In tema di pignoramento presso terzi del tfr occorre distinguere, inoltre, il caso in cui le relative somme vengono accantonate dal datore di lavoro e quello in cui le quote vengono versate sul conto del lavoratore.

Pignoramento presso terzi tfr come funziona

Se il creditore procede al pignoramento tfr presso il datore di lavoro, quest’ultimo dovrà accantonare una somma corrispondente ad un quinto del tfr, che verrà versata al creditore solo a seguito dell’udienza di assegnazione.

In altre parole, se hai ricevuto un atto di pignoramento presso terzi del tfr, avrai notato che in esso il creditore ha indicato una data di udienza.

Ebbene, solo se in occasione di tale udienza non sorgono contestazioni sul diritto del creditore, il giudice fisserà una nuova udienza in cui disporre l’assegnazione delle somme pignorate al creditore.

Fino a quel momento, invece, tali somme rimarranno depositate presso il datore di lavoro, che non potrà farne altro uso.

Limiti al pignoramento trattamento fine rapporto

Limiti al pignoramento trattamento fine rapporto

Se, invece, si tratta di quote tfr già versate sul conto del debitore, il creditore, anziché notificare l’atto di pignoramento tfr accantonato al datore di lavoro, lo notifica alla banca.

In questo caso occorre distinguere due ipotesi. Se il pignoramento è successivo al versamento del tfr sul conto, il creditore potrà pignorare tutte le somme che siano presenti sul conto in eccedenza rispetto ad una somma pari al triplo dell’assegno sociale.

Ciò avviene perché, secondo la giurisprudenza, una volta confluite sul conto del lavoratore, le somme erogate a titolo di tfr perdono la loro natura specifica di retribuzione.

In altre parole, se hai depositato sul conto 2.000 euro, il creditore potrà pignorare 619,16 euro, pari alla differenza tra 2.000 e 1.380,84 (cioè il triplo dell’assegno sociale, il cui importo è fissato dalla legge ad Eur 460,28 per il 2021).

Se, invece, il pignoramento è antecedente all’accredito del tfr, quest’ultimo potrà essere pignorato solo nei limiti di un quinto.

Pignoramento trattamento fine rapporto Equitalia quali sono i limiti

Va notato, infine, che se con il pignoramento liquidazione tfr sono vantati crediti alimentari, questi possono essere soddisfatti nella misura stabilita dal giudice.

Invece, se i creditori sono più di uno, il limite pignoramento trattamento fine rapporto è pari alla metà del suo importo.

Inoltre, se si tratta di pignoramento tfr Equitalia, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà effettuare il pignoramento stipendio e tfr solo nei seguenti limiti:

  • se lo stipendio è inferiore ad Eur 2.500, fino a un decimo dell’importo
  • se lo stipendio è compreso tra 2.500 e 5.000 Eur, fino a un settimo dell’importo
  • se lo stipendio è superiore ad Eur 5.000, fino ad un quinto dell’importo.

L’impignorabilità tfr rileva, invece, in tema di fondi pensione, quando su di essi vengano accantonate le somme spettanti a titolo di trattamento di fine rapporto, a meno che non si tratti di erogazioni integrative in forma di rendita o capitale: in tal caso è prevista la pignorabilità nel limite di un quinto dell’importo.

Se sei vittima di un pignormanto da parte della società di recupero crediti, leggi la nostra guida per conoscere i propri diritti e tutelarsi al meglio: “Recupero crediti cosa possono pignorare? I diritti del debitore“.

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