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Brescia: tre casi di liquidazione del patrimonio con esito positivo

Tra i casi di sovraindebitamento seguiti da Piano Debiti recentemente sono state portate a buon fine tre diverse pratiche di Liquidazione del patrimonio, tutte sul Tribunale di Brescia.

La Liquidazione del patrimonio è una procedura prevista dalla Legge 3 2012, che permette al debitore in difficoltà di cedere tutto il proprio patrimonio ai creditori. L’obiettivo è ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito che non viene ripagato con la vendita dei beni.

La liquidazione del patrimonio è disciplinata dagli art. 14 ter e seguenti della Legge 3 2012. E’ fondamentale che il debitore non abbia posto in essere atti di frode e che collabori sotto varie forme per tutta la durata della procedura. Questo al fine di permettere ai creditori di recuperare almeno una piccola parte del debito non pagato.

L’obiettivo della liquidazione è pienamente coerente con lo spirito delle procedure di sovraindebitamento.

Di fronte ad un debito che può essere integralmente pagato, do la possibilità al debitore di avere una speranza di un nuovo inizio. Perderò i beni di valore (come immobili, società, etc) ma potrò ripartire completamente libero dai vecchi debiti ed essere quindi di nuovo incluso tra le persone economicamente attive.

Primo caso: sovraindebitamento del dipendente con fidejussioni

Chiameremo Rosa il nostro cliente. Rosa ha firmato una serie di fidejussioni per l’azienda del marito per oltre 150.000 euro. Quando l’azienda ha problemi economici, le banche richiedono al fidejussore di rientrare del debito. Rosa è lavoratrice dipendente con uno stipendio di circa 1.400 euro mensili. Ha una figlia a carico, non ha proprietà di valore e chiaramente non sarà mai in grado di ripagare questo debito. Tutto quello che i creditori potrebbero fare è pignorarle un quinto dello stipendio. Allo stesso tempo, Rosa non potrebbe più accedere al credito, non le apriranno un conto corrente, non potrà intestarsi nessun bene per il rischio che i creditori glielo pignorino.

Per uscire da questa situazione, è stata chiesta prima la nomina di un OCC, che ha validato la situazione della signora Rosa attraverso una relazione particolareggiata. E’ stata poi depositata una richiesta di liquidazione del patrimonio che prevede l’acquisizione da parte della procedura del Quinto dello stipendio della sig.ra Rosa, da destinare ai creditori.

Dopo aver versato questa somma per quattro anni, se saranno rispettate le condizioni previste dalla Legge 3 2012, la sig.ra Rosa potrà richiedere l’esdebitazione. Uscire quindi definitivamente senza debiti dalla difficile situazione che si era creata.

Secondo caso: l’imprenditore travolto dalla crisi libica cerca l’esdebitazione

Il secondo caso di liquidazione portato a buon fine sul Tribunale di Brescia, riguarda un imprenditore che ha sviluppato per decenni la propria attività nell’import di prodotti dall’Italia alla Libia. Nel 2011 la caduta del regime libico travolge la sua attività. Ciò che aveva creato in tanti anni viene spazzato via, ma in Italia gli rimangono da saldare numerosi debiti contratti per finanziare la propria attività. I creditori aggrediscono i suoi beni personali e la casa di famiglia viene messa all’asta. Sono pignorati anche i conti correnti e le disponibilità liquide, con il rischio che il ricavato della vendita dei beni venga acquisito da un solo creditore e gli altri continuino per il resto della vita a “rincorrerlo” per ottenere i propri crediti.

Si decide di aprire una procedura di liquidazione del patrimonio, proprio con l’obiettivo di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione di tutti i debiti. Con l’apertura della liquidazione, avvenuta in pochi mesi dall’avvio della pratica, vengono bloccate le aste sia sui beni immobili che mobili. Tutti gli averi del debitore vengono acquisiti dalla procedura, che successivamente li liquiderà.

Il debitore ha potuto aprire una nuova partita iva, protetto dagli attacchi dei creditori. Grazie alla procedura di liquidazione ha avviato una piccola attività che gli permette di sostenere sé stesso e la sua famiglia, che vivrà nella casa pignorata fino a quanto verrà liquidata.

 

Terzo caso: la piccola attività commerciale chiude senza debiti

Il terzo caso di liquidazione del patrimonio secondo la Legge 3 2012 riguarda una commerciante che dopo aver portato avanti la propria piccola attività imprenditoriale per anni, a causa della crisi si è ritrovata a non poter sostenere il debito contratto in parte per attività della propria impresa ed in parte per scopi personali.

La debitrice per alcuni anni, nonostante la crisi cerca di mantenere aperta l’attività con la speranza di ripagare i debiti e uscire dalla difficile situazione. Questo comporta un peggioramento della situazione, visto che ai debiti con le banche si aggiungono Equitalia ed i fornitori.

L’apertura della liquidazione presso il Tribunale di Brescia, ha permesso al debitore di sgravarsi della gestione di tutti i debiti, affidandoli al liquidatore nominato dal Tribunale. A lui vengono conferite alcune quote di immobili di proprietà della debitrice e una quota della pensione che nel frattempo è maturata. Inoltre la liquidazione acquisirà gli affitti pagati dagli inquilini degli immobili fino a quando gli stessi non saranno venduti.

Anche in questo caso l’obiettivo è comune con gli altri debitori: ottenere dopo quattro anni l’esdebitazione, e poter godere di una vecchiaia serena e meritata senza l’assillo dei debitori e la possibilità di quindi di rientrare a pieno titolo nel circuito economico.

Link esterni
https://www.tribunale.brescia.giustizia.it/default.aspx

Se vuoi approfondire la tematica della Liquidazione del patrimonio di invitiamo a leggere in nostro articolo dedicato: Liquidazione del patrimonio: cos’è e come accedere.

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