La liquidazione controllata del sovraindebitato (conosciuta anche con il precedente nome di liquidazione del patrimonio) è una delle procedure di sovraindebitamento attraverso la quale si possono chiudere tutti i debiti di una persona in difficoltà utilizzando il patrimonio e parte del reddito della stessa, anche se non i beni costituiscono solo una piccola parte del debito accumulato. Leggila con attenzione perché come puoi vedere dai casi di successo pubblicati nel nostro sito, è in molti casi possibile . grazie a questa procedura – chiudere debiti importanti anche pagando meno del 10% del debito: infatti quanto il debitore paga dipende non dal debito ma dal patrimonio e dai redditi.
La liquidazione controllata del sovraindebitato, è una delle procedure che il Codice della Crisi riserva ai soggetti non fallibili e se hai seri problemi di debito, la liquidazione controllata potrebbe essere una soluzione definitiva: Con questo articolo cercheremo di farti capire di cosa i vantaggi e gli svantaggi di questa procedura che costituisce la procedura di sovraindebitamento più utilizzata dai debitori in difficoltà per risolvere definitivamente i propri problemi di debito.
La liquidazione controllata del sovraindebitato è solo una delle quattro procedure di sovraindebitamento previste dal codice della crisi: se vuoi informazione maggiormente dettagliate anche sulle altre tre (anche per capire quale potrebbe essere più utile nel tuo caso specifico) puoi consultare la nostra guida alle procedure di sovraindebitamento.
Indice
Liquidazione controllata del sovraindebitato
Spesso si parla ancora di liquidazione del patrimonio, ma questo “nome” è relativo a una procedura nata con la vecchia legge 3 2012, oggi non più in vigore ed è stata sostituita da una nuova procedura che è nominata come ” Liquidazione controllata del sovraindebitato” (articoli 268- 277 C.C.I.I.) prevista dalla riforma di tutto il settore fallimentare entrata in vigore il 16 luglio 2022. La struttura alla base di questa nuova procedura è simile a quella della preesistente liquidazione del patrimonio, ma vi sono importanti differenze, quasi tutte a vantaggio del debitore, che è importante conoscere.
In primis mediante il ricorso alla liquidazione del patrimonio i debitori che non sono in grado di far fronte ai debiti maturati nel corso degli anni possono liberarsi dai creditori mettendo a disposizione tutti i propri beni e gli eventuali crediti. La procedura permette quindi di distribuire il ricavato della vendita, riscossione o cessione dei beni del debitore ai rispettivi creditori, e contestualmente esdebitare (vedersi cancellare i debiti) la persona o la piccola impresa che accedono a questa procedura.
Domanda di liquidazione controllata
La procedura di liquidazione controllata del sovraindebitato non è altro che una domanda (da presentare nel tribunale di residenza) con la quale ci si dichiara non in gradi di pagare i propri debiti , e si chiede l’apertura di una liquidazione, ovvero viene nominato un liquidatore da parte del tribunale che ha il compito di acquisire l’eventuale patrimonio del debitore (case, liquidità…) e una parte dei suoi redditi, e distribuirli ai creditori, secondo criteri previsti dalla legge.
Qual’è il vantaggio per il debitore in difficoltà nel richiedere l’avvio della procedura di liquidazione del patrimonio? Principalmente i vantaggi possono essere due:
- l’apertura della liquidazione blocca le azioni esecutive dei singoli creditori (come ad esempio pignoramenti, vendite all’asta, etc.). Non significa che i beni non verranno venduti, ma questo verrà fatto dalla procedura di liquidazione, con alcuni vantaggi per il debitore, come ad esempio vedersi tutelato un reddito minimo per la propria famiglia, oppure non dover gestire i creditori stessi (crecuperi credito, atti esecutivi, etc.)
- passati tre anni dall’apertura della liquidazione del patrimonio, il debitore potrà chiedere l’esdebitazione: ovvero la cancellazione di tutti i debiti non pagati. Si tratta chiaramente del vantaggio principale, e chi avvia una procedura di liquidazione del patrimonio lo fà proprio con lo scopo di avere l’esdebitazione.
Cancellazione dei debiti e liquidazione controllata del sovraindebitato: come funziona?
Nessun debitore avvia una procedura di liquidazione controllata del sovraindebitato solamente per la procedura: quello che tutti i debitori si aspettano è che alla fine dei tre anni della procedura è di ottenere l’esdebitazione, ovvero la completa riabilitazione e cancellazione del debito!!
Nella nostra esperienza non sempre succede: ci sono dei parametri che vanno verificati sin dall’inizio per essere ragionevolmente certi di avere l’esdebitazione a seguito dei una procedura di liquidazione del patrimonio, parametri che un buon advisor del debitore dovrebbe controllare prima di avviare la procedura, cosa che non sempre avviene se ci si affida a consulenti non esperti della materia o poco etici.
Bisogna comunque sottolineare che rispetto alla precedente normativa, la riforma del 2022 ha reso l’esdebitazione più facile. il codice parla infatti di “esdebitazione di diritto” (art 282 C.C.I.I.), concessa quindi quasi automaticamente se il debitore ha i requisiti ovvero:
- è stato collaborativo con la procedura di liquidazione
- non ha assunto il debito con colpa grave, frode o malafede
- non ha avuto condanne penali per bancarotta fraudolenta o altri reati contro la pubblica amministrazione
Chi può accedere e come avviarla?
Alla proceduradi liquidazione del patrimonio possono accedere i debitori che sono in condizione di sovraindebitamento, ovvero:
- siano insolventi o in grave stato di indebitamento, ovverosia risultino definitivamente incapaci di far fronte a tutti i propri debiti;
- abbiano un minimo monte di debiti tale da rendere ragionevole accedere alla procedura (noi consigliamo almeno 30/40.000 euro di debiti come soglia minima)
- non siano soggetti al fallimento, ovvero tutti tranne le aziende sopra soglia (aver fatturato più di 200.000 annui, è il parametro più significativo per riconoscere un’azienda fallibile)
A tale secondo proposito, si precisa che al fallimento non possono accedere, tra gli altri, i privati, i professionisti e i piccoli imprenditori, ed aziende agricole che, quindi, risultano essere i principali destinatari della procedura.
Per avviare la procedura serve predisporre un corposo faldone documentale (patrimonio, debiti, atti di straordinaria amministrazione, etc) corredato da una serie di analisi specialistiche (ad esempio i gradi di privilegio dei vari creditori, e l’analisi della correttezza degli atti disposiviti degli ultimi cinque anni). Predisposto questo materiale, e con le idee chiare su quello che si può ottenere dalla procedura, servirà rivolgersi ad un OCC per ottenere l’ultimo documento necessario per il deposito della procedura di liquidazione controllata del sovraindebitato, ovvero una relazione di attestazione della propria situazione di sovraindebitamento che il gestore della crisi dovrà emettere sulla base dei docuementi e della analisi fornite dal debitore o dal suo consulente.
Ottenuta la relazione andranno depositati presso la sezione fallimentare del Tribunale di residenza, sia la documentazione necessaria che la relazione del Gestore incaricato dall’OCC.
Di norma il debitore si affida ad un consulente che segue per lui tutta la procedura: in ogni caso di tratta di una procedura concorsuale e serve rivolgersi a professionisti specializzati, per ottenere risultati concreti.
In cosa consiste in pratica di liquidazione del patrimonio?
Una volta predisposta la documentazione necessaria ed avviata la richiesta in Tribunale, con la liquidazione del patrimonio, il debitore non fa altro che mettere a disposizione tutti i propri beni e gli eventuali crediti che vanta verso terzi per pagare almeno una parte del proprio debito.
A questo punto, viene nominato un liquidatore al quale è affidato il compito di vendere i beni ed esigere o cedere i crediti. Una volta realizzato il valore economico di tutto il patrimonio del debitore, questo viene distribuito ai creditori e la procedura si chiude.
Si precisa che nella procedura di liquidazione del patrimonio rientrano anche i beni eventualmente sopravvenuti nei tre anni successivi al deposito della domanda, dai quali vanno dedotte le passività inerenti al loro acquisto e alla loro conservazione.
Un approfondimento particolare merita la gestione dei redditi del debitore per il periodo in cui la liquidazione è aperta, che funziona in questo modo: il Giudice della procedura stabilisce quanto servirà per vivere alla famiglia del debitore, considerando sia gli impegni che gli altri redditi presenti, e quella somma sarà lasciata al debitore, mentre eventuali somme maggiori dovranno essere versate ai creditori.
Capiamo meglio con un esempio: un piccolo imprenditore in difficoltà apre la procedura di liquidazione del patrimonio. La famiglia è composta da tre persone e lui è l’unico percettore di reddito. Il giudice definisce che per vivere serviranno 1.800 euro mensili (non lo fà a caso, vi sono dei parametri…). bene se il debitore dichiara un utili minore di 1.800 euro mensili, non verserà nulla. Se invece guadagnasse, ad esempio 2500 euro mensili, dovrebbe versare 700 euro alla procedura…
Cosa posso salvare a seguito dell’apertura della liquidazione controllata del sovraindebitato?
Vi sono alcuni beni che non vengono acquisiti dalla procedura di liquidazione controllata del sovraindebitato, come ad esempio:
- la quota di reddito necessaria per vivere
- i beni strettamente personali
- i redditi acquisiti per mantenimento (ad esempio dall’ex coniuge per i figli)
- i beni relativi all’attività economica se prosegue
- licenze, concessioni pubbliche etc.
In particolare per quanto riguarda l’attività economica svolta da debitore (che ad esempio potrebbe essere un piccolo imprenditore), il Giudice della procedura – su richiesta – può autorizzare che prosegua, ma solo se ne derivano utilità anche per la procedura. Questo significa che una parte dei redditi dovrebbero essere versati alla procedura stessa.
Ulteriore approfondimento necessario per quanto riguarda le automobili possedute dal debitore: la regola sarebbe quella della vendita, ma spesso – se non hanno un valore elevato – se ne può ottenere il mantenimento in capo al debitore, ben argomentandone la necessità.
Compiti del liquidatore
Anche in questo caso serve una premessa, ovvero che la funzione del liquidatore, a seguito dell’entrata in vigore del codice della crisi, è stata notevolmente rafforzata la posizione del liquidatore, il quale dovrà avviare una serie di attività preliminari la liquidazione, che andranno a formare lo stato passivo della procedura e ipotizzare un piano di liquidazione.
Per stato passivo di una procedura di liquidazione controllata, si intende un documento formale dove sono indicati i crediti, eventuali privilegi, e come si dovranno distribuire eventuali attivi della procedura.
Una volta approvato lo stato passivo ed il progetto di liquidazione, il liquidatore potrà acquisire patrimonio e redditi provenienti dal debitore sovraindebitato, e appunto “liquidarli” ovvero mettere in atto le azioni necessarie per vendere eventuali beni.
L’ultimo atto della procedura, è quello della distribuzione dei ricavato ai creditori, dopo di che la procedura viene chiusa.
E’ importante sapere che se la procedura dovesse durare più di tre anni – cosa comune se sono presenti immobili da vendere – il debitore ha comunque la possibilità di chiedere di diritto l’esdebitazione dopo tre anni.
Se il debitore, dopo avere avviato la procedura, non collaborasse (ad esempio non mettendo a disposizione alcuni beni, o non versando le quote di reddito previste) il liquidatore ha il potere di agire coattivamente, obbligando il debitore al rispetto di quanto disposto in fase di apertura della liquidazione: il debitore che non collabora potrebbe inoltre vedersi negata l’esdebitazione!
Liquidazione del patrimonio senza beni
In ogni caso, nel rispetto dei limiti anzidetti, deve ritenersi che il debitore possa accedere alla procedura anche se non possieda beni mobili o immobili ma possa contare esclusivamente sul proprio stipendio, qualora sia in grado di versare almeno una parte dello stipendio / reddito alla procedura.
Se invece il debitore non ha patrimonio e non ha redditi (oppure ha redditi bassi, che non gli permettono di versare nulla ad un’eventuale procedura), non è possibile avviare una liquidazione controllata del sovraindebitato. in queto caso sarà necessario valutare se vi sono i presupposti per richiedere l’esdebitazione in qualità di debitore incapiente (che rappresenta una diversa procedura sulla quale trovi informazioni in questo articolo https://pianodebiti.it/esdebitazione-del-debitore-incapiente-cosa-sapere/ )
Liquidazione del patrimonio e cessione del quinto
L’apertura della liquidazione controllata del sovraindebitato, blocca sia le trattenute per cessione del quinto che eventuali trattenute sullo stipendio derivanti da pignoramento. Chiaramente il blocco vale dalla data di apertura della liquidazione, mentre le somme precedentemente pagate ai creditori rimarranno a loro.
Liquidazione del patrimonio: ne vale la pena?
In Piano Debiti abbiamo gestito centinaia di liquidazione del patrimonio sia con la precedente legge 3 2012 che a partire dal luglio 2022 con il nuovo Codice della Crisi, e ci permettiamo di condividere con voi alcune considerazioni:
- la liquidazione prevista dalla precedente legge 3 2012 funzionava, ma aveva un limite preciso: spesso le procedure erano lunghe anche più di quattro anni, e questo rappresentava uno sforzo non da poco per il debitore. Oggi questo problema è superato e la chiara statuizione del codice che prevede una durata massima di tre anni prima di chiedere l’esdebitazione, da maggiore tranquillità di avere tempi certi
- il tasso di ” buon fine” e apertura della liquidazione, dipende spesso da quanto è ben preparata la pratica. il nostro messaggio è che se volete ottenere un risultato non improvvisatevi esperti e non rivolgetevi a esperti improvvisati. sono comunque procedure concorsuali…
- serve valutare che non vi siano problemi per esdebitazione sin dall’avvio della pratica. Sono situazioni non frequenti ma è bene sanare eventuali problemi prima di partire con la liquidazione… altrimenti si rischia di pagare per tre anni e non vedersi liberati dai debiti!
Piano Debiti: la Legge sul sovraindebitamento è la nostra specializzazione
La nostra esperienza ci dice che, ancora oggi a dieci anni dall’approvazione della normativa sul sovraindebitamento, molti casi non vanno a buon fine perché male impostati, mancanti di parte della documentazione necessaria, o semplicemente perché si è richiesto qualcosa che non si può ottenere.
In molti altri casi, il debitore non pienamente consapevole delle proprie possibilità ottiene risultati molto inferiori di quelli che potrebbe ottenere se ben consigliato ed assistito.
Comprendere che per uscire dai debiti serve un aiuto è il primo passo per risolvere la situazione. Il secondo passo è avere aspettative ragionevoli e l’aiuto di un esperto di procedure di sovraindebitamento, che ben conosca la legge e che possa dimostrare di aver portato a termine con successo altri casi. Sarà il consulente a predisporre quanto necessario e a sottoporre all’OCC la proposta di risanamento delle posizioni debitorie.
Rivolgendoti a Piano Debiti, non solo sarai seguito da esperti della materia, ma da persone che hanno l’obiettivo di aiutarti e affiancarti, e che hanno fatto della soluzione di casi di sovraindebitamento il loro lavoro di ogni giorno.
Per prima cosa sappiamo bene che il debitore in difficoltà è in una difficile condizione psicologica, pressato dai debiti e spesso in gravi difficoltà economiche.
C’è l’ansia per il futuro dei propri familiari, per il destino della propria azienda o della casa, la preoccupazione di non farcela e di cadere in una spirale senza fondo. Dare un aiuto al debitore per risolvere la sua situazione significa prima di tutto ascoltarlo e fornire un primo consiglio onesto e trasparente. Anche dicendo serenamente “non si può fare” se pensiamo che la la legge sul sovraindebitamento non sia la soluzione giusta.
Non abbiamo una promessa da farti, se non che il nostro impegno sarà massimo per trovare la migliore soluzione per il tuo caso, e di seguirti in ogni passaggio fino al raggiungimento del risultato. Anche per questo prima di accettare un incarico, forniamo sempre al cliente una consulenza gratuita finalizzata a fargli comprendere cosa si può ottenere e cosa non si può ottenere attraverso una procedura di sovraindebitamento.
Hai bisogno di aiuto?
Piano Debiti ti offre una consulenza professionale che ti aiuta in caso di sovraindebitamento. Analizziamo gratuitamente la situazione debitoria e ti aiutiamo ad uscirne al meglio, consigliandoti la strada migliore da seguire.
Domande Frequenti sulla Liquidazione Controllata
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Cos’è la liquidazione controllata?
La liquidazione controllata del sovraindebitato è una procedura concorsuale a cui si può obbligare un debitore in difficoltà, per uscire dallo stato di crisi. In sintesi, tratta di versare a un liquidatore nominato dal tribunale una parte del proprio reddito e il ricavato della vendita del proprio patrimonio, per tre anni. Passati tre anni matura per il debitore la possibilità di cancellare i debiti anche se il versamento è molto inferiore al debito stesso (esdebitazione).
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Quanto dura la liquidazione controllata del sovraindebitato?
Con la precedente normativa la liquidazione durava quattro anni, mentre a partire dal luglio del 2022 la nuova versione della liquidazione controllata del sovraindebitato, contenuta nel codice della crisi, ha una durata pari a anni tre. Alla fine di questo periodo la liquidazione si chiude e il debitore può chiedere l’esdebitazione.
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Quanto costa la liquidazione controllata?
L’apertura di una liquidazione controllata ha dei costi per il debitore stimabili in qualche migliaio di euro, per pagare i propri consulenti e un acconto all’Organismo di Composizione della Crisi, il cui importo dipende dall’ammontare dei debiti. Vanno poi versate 127 euro per l’accesso all’anagrafe tributaria e 127 per il deposito dell’istanza in Tribunale.
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Chi nomina il liquidatore in una liquidazione controllata del sovraindebitato?
Il liquidatore viene nominato, a seguito del deposito della domanda come prevista dagli artt. 268 e seguenti della D. Lgs. n. 14/2019, da parte del Presidente della sezione fallimentare del Tribunale di competenza. A meno di motivate esigenze, viene nominato lo stesso professionista che ha svolto la funzione di Gestore della Crisi.
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Chi paga il compenso del liquidatore?
Il compenso del liquidatore viene saldato in prededuzione sulle somme acquisite dalla procedura, mentre il gestore della crisi, può richiedere acconti anche direttamente al debitore prima del deposito della pratica.
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Chi può chiedere la liquidazione controllata del sovraindebitato?
Il debitore stesso (chiaramente finalizzata a ottenere l’esdebitazione) oppure quanto i debiti superano la soglia di euro 50.000 anche un creditore non pagato.