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Crisi d’impresa, le nuove soluzioni offerte dal Codice

Le nuove procedure in tema di crisi d’impresa

Il nuovo Codice si propone di rendere più semplice la soluzione delle crisi d’impresa e a tal fine introduce alcuni strumenti che permetteranno a migliaia di imprenditori di risanare la propria azienda.

Lo strumento principale introdotto dal Codice è sicuramente la composizione negoziata, che assicura all’imprenditore l’assistenza di un esperto finalizzata a trovare un punto d’incontro con i suoi creditori.

Composizione negoziata e crisi d’azienda

La composizione negoziata è attivabile da imprenditori commerciali e agricoli, qualsiasi sia la dimensione dell’azienda.

La caratteristica principale di tale procedura è rappresentata dalla possibilità di avvalersi dell’attività di un soggetto esperto che, in posizione di indipendenza, ha il compito di favorire le trattative tra imprenditore e creditori, al fine di trovare una soluzione alla crisi di impresa.

Per ottenere la nomina dell’esperto, l’imprenditore che si trova in una situazione di squilibrio economico e finanziario non deve far altro che attivare una speciale procedura telematica, attraverso i canali messi a disposizione dalla propria Camera di Commercio.

In tal modo, si viene a creare una sorta di tavolo di trattative a cui partecipano i soggetti coinvolti nella procedura: l’imprenditore sovraindebitato, i suoi creditori e l’esperto nominato, scelto tra un apposito elenco camerale.

Il ruolo dell’esperto nella nuova composizione negoziata

A questo punto, sarà compito dell’imprenditore fornire adeguate informazioni documentali sulla situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda.

È da notare che, in fase di richiesta di nomina dell’esperto, la piattaforma telematica offre la possibilità di consultare una pratica check-list, attraverso cui l’imprenditore può già farsi un’idea delle varie fasi in cui si esplicherà la procedura e delle attività che lui stesso dovrà compiere per favorire l’esperto nell’espletamento dei suoi compiti.

Il compito dell’esperto, invece, è quello di agevolare le trattative con i creditori e trovare una soluzione praticabile, che consenta il superamento della situazione di crisi e riesca, quindi, ad eliminare lo squilibrio economico e finanziario dell’impresa.

Crisi d’impresa: il concordato semplificato e le altre novità

Altra novità di notevole rilievo è rappresentata dal concordato semplificato, una procedura di carattere liquidatorio, che consente all’imprenditore una più agevole soluzione della crisi d’azienda.

È possibile accedere a questa particolare forma di concordato preventivo, ogni qual volta le soluzioni di tipo negoziale, come quella più sopra descritta, non danno l’esito sperato.

In particolare, quando la composizione negoziata non sortisce effetto positivo, l’esperto nominato nell’ambito di tale procedura ne dà conto in apposita relazione. Entro 60 giorni dalla comunicazione di tale relazione, l’imprenditore può avviare la procedura di concordato semplificato.

Concordato semplificato: non serve il consenso dei creditori

Attraverso il concordato semplificato è possibile addivenire alla liquidazione del patrimonio aziendale in modo più semplice rispetto a quanto avverrebbe nell’ambito di una procedura fallimentare.

In particolare, risulta più facile l’accesso alla procedura e viene meno la fase di voto dei creditori. Pertanto, il concordato semplificato prescinde dal consenso preventivo dei creditori, ai quali è lasciata solamente la possibilità di proporre opposizione.

Non è neanche necessario, inoltre, che la liquidazione assicuri una percentuale minima di soddisfazione dei creditori chirografari, in quanto l’unico requisito richiesto è che la procedura non risulti svantaggiosa rispetto a quanto avverrebbe in sede fallimentare.

Su un piano più generale, in relazione alla transazione fiscale e contributiva, va evidenziato che la nuova normativa in tema di crisi delle imprese prevede la possibilità di ottenere l’omologazione del concordato preventivo anche senza l’adesione dell’amministrazione finanziaria o dell’ente previdenziale.

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